PARROCCHIA DI
CONCORDIA SULLA SECCHIA

Aree pastorali e referenti


Consigli:

Consiglio pastorale

Consiglio A.N.S.P.I.

Consiglio affari economici

 

Evangelizzazione ( Ref. -inaggiornamento- )

Catechismo ai ragazzi

Catechismo post cresima A.C.R.

Settore Giovanissimi

Settore Giovani

Settore Adulti

 

Liturgia ( Ref. -in aggiornamento- )

Canto Sacro

 

Altro:

Carità

Culturale ricreativo

Azione Cattolica







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Cos'è il Consiglio Pastorale Parrocchiale? Secondo il Codice di Diritto Canonico: "Se risulta opportuno a giudizio del Vescovo diocesano, dopo aver sentito il consiglio presbiterale, in ogni parrocchia venga costituito il consiglio pastorale, che è presieduto dal parroco e nel quale i fedeli, insieme con coloro che partecipano alla cura pastorale della parrocchia in forza del proprio ufficio, prestano il loro aiuto nel promuovere l'attività pastorale. Il consiglio pastorale ha solamente voto consultivo ed è retto dalle norme stabilite dal Vescovo diocesano" (Can. 536) .
Sinodo 47°, costituzione n. 147. Il consiglio pastorale parrocchiale § 1. Un momento significativo della partecipazione all'azione pastorale della parrocchia si realizza anche mediante il "consigliare nella Chiesa", in vista del comune discernimento per il servizio al Vangelo. Il consigliare nella Chiesa non è facoltativo, ma è necessario per il cammino da compiere e per le scelte pastorali da fare. Il consiglio pastorale parrocchiale e, nel suo settore e con la sua specificità, il consiglio parrocchiale per gli affari economici, sono un ambito della collaborazione tra presbiteri, diaconi, consacrati e laici e uno strumento tipicamente ecclesiale, la cui natura è qualificata dal diritto-dovere di tutti i battezzati alla partecipazione corresponsabile e dall'ecclesiologia di comunione.
§ 2. Il consiglio pastorale, in una corretta visione ecclesiologica, ha un duplice fondamentale significato: da una parte rappresenta l'immagine della fraternità e della comunione dell'intera comunità parrocchiale di cui è espressione in tutte le sue componenti, dall'altra costituisce lo strumento della decisione comune pastorale, dove il ministero della presidenza, proprio del parroco, e la corresponsabilità di tutti i fedeli devono trovare la loro sintesi. Il consiglio pastorale è quindi realmente soggetto unitario delle deliberazioni per la vita della comunità, sia pure con la presenza diversificata del parroco e degli altri fedeli. E' quindi possibile definirlo organo consultivo solo in termini analogici e solo se tale consultività viene interpretata non secondo il linguaggio comune, ma nel giusto senso ecclesiale. I fedeli, in ragione della loro incorporazione alla Chiesa, sono abilitati a partecipare realmente, anzi a costruire giorno dopo giorno la comunità; perciò il loro apporto è prezioso e necessario. Il parroco, che presiede il consiglio e ne è parte, deve promuovere una sintesi armonica tra le differenti posizioni, esercitando la sua funzione e responsabilità ministeriale. L'eventuale non accettazione, da parte del parroco, di un parere espresso a larga maggioranza dagli altri membri del consiglio potrà avvenire solo in casi eccezionali e su questioni di rilievo pastorale, che coinvolgono la coscienza del parroco e saranno spiegati al consiglio stesso. Nel caso di forti divergenze di pareri, quando la questione in gioco non è urgente, sarà bene rinviare la decisione ad un momento di più ampia convergenza, invitando tutti ad una più matura e pacata riflessione; invece nel caso di urgenza, sarà opportuno un appello all'autorità superiore, che aiuti ad individuare la soluzione migliore.
§ 3. Un buon funzionamento del consiglio pastorale non può dipendere esclusivamente dai meccanismi istituzionali, ma esige una coscienza ecclesiale da parte dei suoi membri, uno stile di comunicazione fraterna e la comune convergenza sul progetto pastorale. Una buona presidenza richiede al parroco qualità come la disponibilità all'ascolto, la finezza nel discernimento, la pazienza nella relazione. La cura per il bene comune della Chiesa domanda a tutti l'attitudine al dialogo, l'argomentazione delle proposte, la familiarità con il Vangelo e con la dottrina e la disciplina ecclesiastica in genere. E' inoltre richiesta la necessità di una formazione assidua per coltivare la sensibilità al lavoro pastorale comune e va garantita la continuità, ma anche il ricambio, dei membri del consiglio.
§ 4. Il consiglio pastorale è obbligatorio per tutte le parrocchie della diocesi. Criteri obiettivi di composizione, di rappresentanza e di funzionamento pastorale sono precisati nell'apposito direttorio diocesano, tenendo conto delle diverse tipologie di parrocchia presenti in diocesi. La durata del consiglio pastorale è di cinque anni e la comunità parrocchiale favorisca in ogni nuova composizione una intelligente e opportuna alternanza dei suoi membri.
§ 5. Il consiglio, consapevole di non esaurire le possibilità di partecipazione corresponsabile di tutti i battezzati alla vita della parrocchia, riconosca, stimi e incoraggi le altre forme di collaborazione, in piena comunione con il parroco, per la costruzione della comunità.
§ 6. Il consiglio pastorale si preoccupi di coinvolgere, ascoltare e informare tutta la comunità cristiana a proposito delle principali questioni pastorali inerenti la vita della parrocchia, ricercando gli strumenti più opportuni ed efficaci, compresa l'assemblea generale parrocchiale che può essere particolarmente utile in sede sia di progettazione sia di verifica.

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L'ACR è una speciale esperienza di Chiesa che nasce, vive e cresce all’interno della comunità parrocchiale e che, attraverso originali iniziative di fraternità ed esperienze comunitarie rispondenti all’età, dona a ogni ragazzo la possibilità di incontrare personalmente il Signore Gesù.
L'ACR è nata dall’Azione Cattolica nel 1969, per valorizzare il ruolo dei più piccoli nella Chiesa. Da allora moltissimi bambini e ragazzi hanno dato vita di giorno in giorno all’ACR, trovando nei suoi gruppi un ambiente adatto a favorire la crescita e l’amicizia con tanti coetanei.
Un cammino che vuole introdurre i ragazzi all’incontro personale con Gesù facendo esperienza viva e concreta della comunità cristiana. Il percorso formativo, che vede i ragazzi protagonisti del loro cammino di crescita, è un itinerario di iniziazione alla vita cristiana che parte dalla realtà quotidiana dei ragazzi e cerca di leggerla e interpretarla alla luce della Parola di Dio.
L’ACR guarda i ragazzi per ciò che sono oggi e non in funzione di quello che saranno domani, accompagnandoli a vivere in pienezza questa stagione della vita legata alla scoperta del mondo e alla crescita della persona. Fino ai 14 anni, con percorsi adatti a ciascuna fascia di età, i bambini e i ragazzi si incontrano nei luoghi parrocchiali settimanalmente in gruppi dove vivono attività ricche e coinvolgenti.
Alcuni momenti in particolare ritmano la vita dei ragazzi dando loro occasione di essere testimoni di Cristo: il Mese del Ciao, che segna l’apertura delle attività in Settembre-Ottobre.
Il Mese della Pace, che in Gennaio promuove un’iniziativa di solidarietà internazionale.
Il Mese degli Incontri, Maggio, che permette di conoscere altri gruppi e realtà. E infine il Tempo Estate Eccezionale, dedicato ai grest, centri estivi e campi, oltre all’uscite e numerosi momenti di gioco quotidiano organizzati dalle parrocchia.

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Il Settore Giovani riunisce i giovanissimi dai 15 ai 18 anni e i giovani dai 19 ai 30 anni.
A loro vengono proposti cammini formativi, svolti nelle comunità parrocchiale, che hanno come meta la vetta alta della santità. Il profilo dei e dei giovanissimi e dei giovani, e gli obiettivi di fondo della proposta formativa, sono raccolti e presentati dai responsabili di settore e dal Parrocco.
I giovanissimi e i giovani si incontrano ogni settimana negli ambienti parrocchiali.
In particolare, partecipano alle attività dei rispettivi gruppi dove la parrocchia propone una ulteriore articolazione dividendoli per fasce d'età:
15-16 Giovanissimi biennio
17-18 Giovanissimi triennio
19-30 Giovani
In ogni gruppo è presente un responsabile, che coordina gli educatori e animatori che si prendono cura dei ragazzi.
Gli educatori sono figure chiave nella proposta formativa: sono loro che incontrano, accolgono e preparano gli itinerari formativi dei gruppi assieme al Parroco, facendo particolare attenzione all'accompagnamento personale di ciascuno.
E' l'educatore che ha la cura di mediare in modo completo la proposta formativa.

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